Evita l’infortunio nel beach volley partendo da un buon riscaldamento.

Un WarmUp preventivo e incrementale riduce sensibilmente la possibilità di incorrere in un infortunio nel beach volley.

Proprio per questo è necessario realizzare un processo di riscaldamento nel beach volley, programmato ed elaborato a seconda delle necessità dell’atleta, in rapporto all’allenamento con palla che andrà poi a sviluppare.

Oltre al concetto di intensità, il riscaldamento nel beach volley è efficace se diventa specifico per quello che sarà poi il tema dell’allenamento, o meglio della parte iniziale dell’allenamento.

Mettiamo il caso che il macro tema dell’allenamento di beach volley sia la difesa dello shot-line, quindi già dai primi esercizi si prevedono fasi di accelerazione, decelerazione e di contatto con il suolo durante la difesa, è necessario che gli atleti svolgano un riscaldamento specifico per la difesa.

Sembra banale dirlo, ma spesso una routine di riscaldamento deve contenere una parte variabile, cioè una parte dove gli atleti eseguiranno movimenti a velocità controllata per quelle che saranno analizzate nell’esercizio tecnico.

Questa variabilità del riscaldamento serve a diminuire la possibilità d’infortunio durante il singolo allenamento, di conseguenza se viene ripetuto durante tutta la stagione sarà possibile salvaguardare i nostri atleti da possibili STOP forzati.

Analizziamo con attenzione lo sviluppo di una fase di attivazione (riscaldamento) della durata massima di 15 minuti. Sono esenti da questi 15 minuti tutti gli esercizi di mobilità articolare che i nostri atleti possono fare anche fuori dal campo e che non necessitano obbligatoriamente di uno spazio sabbia.

3 Minuti di Attivazione con corsa Blanda 
In questi 3 minuti è sempre utile inserire una fase di corsa all’indietro che preveda un’attivazione importante dei muscoli del quadricipite e stabilizzatori del ginocchio.

4 Minuti di Andature (no stop)
In base a quello scritto nei paragrafi precedenti, è possibile proporre esercitazioni dalla più semplice (skip ginocchia alte) alla più complessa (Skip monolaterale con flesso estensione del braccio opposto) per sviluppare capacità coordinative sulla catena crociata.
Il concetto no Stop richiede uno svolgimento delle andature da fondo campo a rete e viceversa senza mai dare l’opportunità all’atleta di fermarsi.

In questa fase iniziale l’atleta avrà la possibilità di alzare la temperatura corporea con 7 minuti di attivazione “aerobica” sul campo.

In atleti decondizionati (cioè da molto tempo fermi da attività fisica) o che non hanno mai svolto attività sulla sabbia, potremmo riscontrare difficoltà a mantenere alta l’intensità di questa prima parte di allenamento.

3 Minuti di attivazione della zona core
La zona addominale e lombare necessita sempre di un livello di attenzione importante. Una corretta fase di attivazione di questa zona, ridurrà senza dubbio la possibilità di infortuni da sovraccarico. causati principalmente dalla ricaduta dei salti.

5 Minuti di attivazione specifica
In questa ultima fase, il coach proporrà esercizi che hanno il valore di introduzione al gesto tecnico che si andrà poi ad analizzare nella parte iniziale dell’allenamento. In questa parte finale del warm Up, livello di gioco e capacità tecniche vi permetteranno di spaziare in una vasta gamma di esercizi, dai più semplici ai più complessi.

La fase iniziale di ogni allenamento di beach volley è un momento fondamentale in cui il coach e di conseguenza gli atleti devono porre attenzione: i suoi benefici o la sua inefficacia dipendono esclusivamente dalla dedizione che entrambi pongono nella fase iniziale dell’allenamento.

Se vuoi allenarti anche tu alla Beach Volley Training non esitare a contattarci!
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